ANCORA MI RISUONA NELLE ORECCHIE
Non ricordo chi fu a dirlo…Forse un poeta,
e secondo me aveva davvero ragione!
Certe parole hanno nel loro essere una specie di magia.
Le pronunci e ad un tratto ti trovi trasportato in un altro posto,
in altri tempi, in altre situazioni.
Una di queste parole è “RICOTTA”.
A pronunciarla, mi sembra di sentire la stessa voce del venditore
che due volte alla settimana, passava per la mia via
gridando la sua cantilena.
“ U r’cutté...n’dda fascèdda bedda cauda cauda, a r’cotta...E chi é?!?!
Ed ecco che a casa mia si metteva in moto una specie di catena di montaggio.
Il “PRONTI… VIA” lo dava mia nonna.
Lei all’anagrafe era registrata col nome di Crocifissa.
Ma non voleva essere chiamata così!
…diceva che era un nome molto antico.
(queste erano le sue precise parole)
Per questo lei stessa l’aveva modernizzato con quello di “Fifì”
Me la ricordo sempre seduta sulla sedia
dietro il balcone che si affacciava su via Crispi.
Quella era una buona postazione per vedere chi passava per la via:
s’era solo… in compagnia… com’ era vestito
E poi via a spettegolare insieme a sua sorella Francesca!
Anche lei abitava a casa mia perché, ormai vedova e senza soldi,
veniva mantenuta da mio padre.
Così le due sorelle si facevano compagnia
ma non avendo altro da fare
parlottavano fra loro dalla mattina alla sera…
E ne avevano da ridire su tutti!
Ora che abbiamo spiegato la situazione di casa mia,
torniamo indietro al “PRONTI… VIA”
Mia nonna Fifì era un po sorda
Ma quello che le piaceva sentire, lo udiva meglio degli altri.
Per questo era la prima che sentiva la voce del venditore di ricotta
anche da lontano.
Alla prima voce, cercava con gli occhi sua figlia, e poi gridava
“Angelina… Angelina c’è il venditore di ricotta
Muoviti che lui non aspetta i tuoi comodi!”
Angelina, che era mia madre, cercava me
“Rosalba… Rosalba vieni qua!”
Mi metteva tra le mani il solito piatto con le foglioline dorate
(questo piatto ancora lo conservo per ricordo)
E io scendevo laggiù al piano terra.
Trovavo il venditore di ricotta con la sua bisaccia in spalla
e i contenitori pieni di ricotta in mano
appoggiato dietro la porta.
Lui era un uomo magro e alto, con due baffetti neri
e sul capo un berretto a quadretti.
La scena era sempre la stessa… Io tenevo il piatto
e lui muovendo il contenitore, gli faceva scivolare dentro la ricotta.
A guardarla, così bianca e morbida, che si muoveva tutta
Veniva voglia di mangiarsela in quello stesso momento!
Ora, dopo tanti anni, se chiudo gli occhi
riesco a sentire lo stesso profumo… in bocca lo stesso sapore!
E anche quella cantilena
… ANCORA MI RISUONA NELLE ORECCHIE…
Rosalba Termini
Dicembre 2015